Ultima del mazzo delle Sibille è la trentaseiesima carta “la Croce“: carta negativa, che indica dei cambiamenti repentini, dei sacrifici (già l’immagine della croce rimanda al martirio e alla sofferenza), dei dispiaceri duraturi nel tempo o, anche se passeggeri, che lasciano ferite profonde nel consultante.
Il pessimismo prende il sopravvento, così come la confusione e l’angoscia, lacrime, problemi fisici e morali che presto si dissolveranno.
Spesso, però, questo stato, anche se passeggero, può lasciare una ferita profonda nel futuro del consultante.
Molteplici possono essere le ragioni che inducono a vivere in uno stato di estrema sofferenza: si può trattare di una perdita, di un allontanamento, di un distacco molto doloroso (oggetto affettivo, divorzio, separazione, morte), di un esperienza sentimentale insoddisfacente e caratterialmente deludente, di un progetto andato a monte per la mancanza di obbiettività o ostacolato da molti fattori nefasti impossibili da superare, ingratitudine e ingiustizia inattesa.
Spessissimo è indice di mancanza, sregolatezza e precarietà in tutti sensi: finanziaria, lavorativa, di salute o affettiva.
Si cerca l’isolamento e ad avere atteggiamenti indifferenti e disinteressati verso la vita, chiudendosi in un mondo tutto proprio senza esaminare obbiettivamente la situazione per impegnarsi totalmente nel cercare una soluzione che permette di superare questa delicatissima fase.
La «croce» è una carta che induce all’isolamento, alla chiusura in sé stessi.
Le prove che si pongono davanti sono dure da superare.
Significato della carta delle Sibille “la Croce”
La persona rappresentata da questa carta è un individuo triste, pessimista, confuso e tormentato da mille cose, fragile, volubile e poco fiducioso verso la vita.
Egli si lamenta molto spesso, anche se la vita gli sta offrendo opportunità importanti per la sua felicità.